Un interessante articolo pubblicato dalla rivista “Pediatrics” sul tema del burnout tra i medici.

Negli stati Uniti il problema del burnout e del distress tra i medici riceve più considerazione che in Italia, ma le ricadute sulla salute dei medici e sulla qualità delle cure credo non siano differenti. L’articolo pubblicato su Pediatrics, dà rilievo al problema, evidenzia gli effetti deleteri dello stress cronico sulla salute, ma soprattutto focalizza l’attenzione su un programma di prevenzione. L’esperienza personale mi suggerisce che la maggior parte dei Colleghi ritiene che il problema dello stress sia risolvibile solo rivedendo profondamente l’organizzazione del lavoro, e questi aspetti sono, ovviamente, indicati nell’articolo: “expectation of unrealistic endurance, time pressure, excessive work hours, threat of malpractice suits, difficult patients, coping with death, unprocessed grief, sleep deprivation, and unsupportive work environments. Professional demands coupled with personal stressors, such as financial worries, limited free time, isolation, uncertainty, a culture of silence, and a lack of effective stress management skills, further compound burnout risk.” Personalmente credo che l’attesa di interventi riorganizzativi del lavoro sia irrealistica e nello stesso articolo si menziona un provvedimento di riduzione dell’orario di lavoro per i medici statunitensi nel 2003, che ha sortito l’effetto di aumentare il carico di lavoro e, quindi, di aumentare il senso di insoddisfazione e il burnout. Un programma di prevenzione che fornisca degli strumenti per gestire lo stress rappresenta quindi l’unica possibilità realistica a breve termine. Accanto a un bisogno di regolare attività fisica, a un’alimentazione salutare, buone relazioni sociali, lo sviluppo di competenze nella gestione dello stress, di consapevolezza di sè, il coltivare empatia, senso di umanità, compassione sono identificate, nell’articolo, come le nuove competenze professionali. Physician Health and Welness. Pediatrics – October 2014...

Il medico e la mente mindful.

La pratica della mindfulness crea, giorno dopo giorno, la possibilità di una più intensa presenza all’esperienza del momento che stiamo vivendo, caratterizza dall’essere una presenza mentale aperta e non automaticamente giudicante. Presenza mentale aperta significa connessione con i propri pensieri, con le sensazioni corporee e con le emozioni e contemporaneamente presenza a ciò che avviene nell’ambiente e con le persone con cui ci relazioniamo. La capacità di non essere automaticamente giudicanti, automatismo che con la pratica scopriamo presto essere pervasivo, ci apre all’accettazione di ciò che avviene fornendoci la possibilità di ridurre la consueta reattività e di rimanere equanimi. Infine l”equanimità e una reattività meno marcata ci permettono di incrementare attenzione, calma, empatia e pazienza. Questo atteggiamento mentale costituisce una base stabile che ci offre la possibilità di entrare in relazione con gli altri aprendoci a un ascolto autentico e mantenendo un comportamento assertivo. L’ascolto attento ci permette una migliore comprensione delle problematiche dell’altro e nel caso di un paziente abbracciando tutta l’esperienza della malattia, evitando un atteggiamento riduzionistico orientato ai soli aspetti biologici, perché la malattia, particolarmente quando assume caratteristiche di cronicità o di gravità, oltre ad alterare i parametri biologici interessa la vita intera della persona, le emozioni, lo stare nel mondo. Superare il modello relazionale di tipo paternalistico ci risulta allora più agevole e spontaneo e scopriamo una possibilità che si rivela più gratificante sia per il paziente che per il medico; non siamo più solo “gli aggiustatori”, come definiva Tiziano Terzani i suoi oncologi, bensì esseri in relazione che condividono aspetti comuni dell’esperienza umana; questo ci porta oltre la meccanicità e la ripetitività del lavoro,...

PERSONALE SANITARIO E BURNOUT: L’ALLARME DELLA FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEI MEDICI ITALIANA, UN EDITORIALE DELLA MAYO CLINIC E UN LAVORO DI VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA MBSR IN AMBITO SANITARIO.

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici italiana ha lanciato un allarme per la crescita del burnout tra il personale sanitario presentando un’interrogazione per conoscere “quali iniziative il Ministro della Salute intenda adottare per attuare politiche di contrasto volte ad affrontare e prevenire un aumento di questo nuovo problema socio-sanitario; se non sia il caso di assumere iniziative per rilevare il fenomeno e istituire un osservatorio ad hoc”. In realtà il problema è noto da tempo e indagini conoscitive sono state effettuate, soprattutto negli Stati Uniti. Un recente editoriale della Mayo Clinic, per esempio, rileva che la percentuale dei medici statunitensi che nel triennio 2011-2014 ha presentato almeno un sintomo di burnout ha superato il 53% mentre l’incidenza del grado di soddisfazione nell’equilibrio tra vita privata e vita professionale non arrivava al 41%. Il burnout è una sindrome “strisciante” spesso confusa con il semplice affaticamento ed è connotata da esaurimento emotivo, sensazione duratura di irritazione e insoddisfazione, disinteresse e presa di distanza dal lavoro e dai suoi contenuti emotivi, principalmente dalla compassione, qualità indispensabile nelle professioni di aiuto. La sofferenza dei medici in burnout coinvolge oltre alla sfera individuale e alla vita familiare, anche l’ambito professionale con un aumentato rischio di errori e un globale scadimento della qualità delle cure, mentre i pazienti di medici che manifestano sintomi di burnout manifestano un minor coinvolgimento e una minor adesione alla cura. Un articolo pubblicato su International Journal of Psychiatry in Medicine relaziona suA�uno studio condotto alla Virginia University applicandoA�un protocollo MBSR su una popolazione di 93 “healthcare providers”, medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, per ridurre il burnout e migliorare il...

Medici tra benessere e burnout: il ruolo della mindfulness.

La rivista dell’American Academy of Pediatrics ha pubblicato un articolo che si occupa di un argomento purtroppo ancora piuttosto trascurato in Italia: la salute e il benessere dei medici. L’attenzione a questo tema nasce dall”osservazione dell’elevata prevalenza di burnout riscontrata tra i medici americani (variabile tra il 30% e il 50% e superiore a quella della popolazione generale), quindi del pesante tributo in sofferenza pagato dai medici e dalle ricadute sulla qualitA� delle cure. Ad un sondaggio effettuato tra i membri dell’American Academy of Pediatrics, il 22% riferisce di sperimentare al momento sintomi di burnout come esaurimento emotivo e mancanza di senso di autorealizzazione, e il 45% di averli sperimentati in passato. Si riportano dati anche sul suicidio dei medici americani con un maggior rischio tra le donne, per le quali si stima un indice di rischio di suicidio di 2.7 rispetto alla popolazione femminile generale, valutando che dai 300 ai 400 medici commettano annualmente suicidio negli Stati Uniti. Esaminando le cause di questo rilevante disagio, oltre a quelle immaginabili come il carico lavorativo, il timore di problemi legali, i pazienti difficili e il confronto con la morte, figurano ancheA� le irrealistiche aspettative di resistenza, una mancanza di supporto in ambito lavorativo, l’isolamento, una cultura che privilegia silenzio e stoicismo e una mancanza di strumenti efficaci di gestione dello stress. Per contro un equilibrio tra lavoro e vita privata, un supporto sociale e familiare, l’attivitA� fisica regolare, un adeguato tempo dedicato al riposo e una carriera soddisfacente sembrano correlarsi ad un maggior senso di benessere, ad un’accresciuta empatia e a un ridotto burnout. Inoltre, al contrario dei medici che...

Praticare la Mindfulness può essere di aiuto ai chirurghi?

Qualità come calma, concentrazione, resilienza, attenzione compassionevole ai pazienti sono auspicabili nell’esercizio della chirurgia; la rivista del Royal Australian College of Surgeons ha pubblicato un articolo che indaga su aspetti forse ritenuti secondari rispetto all’abilità tecnica e alle conoscenze del chirurgo e su quale possa essere il contributo della pratica della mindfulness in questa particolare branca della medicina. Ecco il link all’articolo completo: Mindfulness for Surgeons. Antonio Fernando MD, ABPN, Nathan Consedine PhD and Andrew G. Hill MBChB. Article first published online: 30 SEP 2014....

Riduzione dello stress in ambito infermieristico

Cohen-KatzA�et.al. si sono occupati, in una��articolato studio, degli effetti di un programma MBSR in ambito infermieristico, valutando esaurimento emotivo, soddisfazione personale, consapevolezza, attenzione ecc.: A�The effects of mindfulness-based stress reduction on nurse stress and burnout: a quantitative and qualitative study. Cohen-katz J., Wiley S.D., Captano T., Baker D.M., Shapiro S. Holistic Nursing practice, 18(6): 302-308 A�The effects of mindfulness-based stress reduction on nurse stress and burnout: a quantitative and qualitative study, Part II Cohen-katz J., Wiley S.D., Captano T., Baker D.M., Shapiro S. Holistic Nursing practice, 19(1): 26-35 A�The effects of mindfulness-based stress reduction on nurse stress and burnout: a quantitative and qualitative study, Part III Cohen-katz J., Wiley S.D., Captano T., Baker D.M., Shapiro S. Holistic Nursing practice, 19(2):...